Rahim, durante un permesso, esce dal carcere in cui è detenuto per debiti; in breve tempo viene coinvolto in una storia intricata che apparentemente potrebbe risolvere tutti i suoi problemi con il creditore. Lo spettatore è accompagnato ad entrare nella sua famiglia, nel suo quartiere e scopre così, piano piano, come la “fortuna” di entrare in contatto con un’ingente somma di denaro diventi invece una trappola.
La società iraniana, con le sue donne coraggiose ma vittime di un sistema patriarcale, con le contraddizioni determinate dall’irrompere dei social network invasivi e fuorvianti in un mondo ancorato alla tradizione, appare come una prigione dal quale Rahim, nonostante il suo ottimismo, non riesce ad uscire.
Lo spettatore, che partecipa intensamente alle vicende del protagonista, si perde nella trama ingarbugliata costituita da ciò che è accaduto, da ciò che viene raccontato, compreso, riferito, trasmesso…
Bugie, verità, fiducia e disinganno travolgono Rahim, vittima dell’immagine creata intorno a lui da chi intende approfittare della sua storia. Eroe per un giorno, povero per sempre, ritornerà in quella stessa prigione da cui nei primi fotogrammi era uscito. (Marzia Gandolfi in Mymovies)