“Alla fine degli anni 60 si celebrò a Roma un processo che fece scalpore. Il drammaturgo e poeta Aldo Braibanti fu condannato a nove anni di reclusione con l’accusa di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne. Il ragazzo, per volere della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie di devastanti elettroshock, perché “guarisse” da quell’influsso “diabolico”. (Mymovies, commento di Andrea Fornasiero)
La parola “omosessualità” non poteva essere pronunciata, e il quadro dell’Italia bigotta e retriva che emerge dal film è interessante e, per i più giovani, probabilmente stupefacente.
“non c’e nessun colpevole, perchè non c’è nessuna colpa” dice Ettore durante il processo e questa affermazione è talmente evidente, da suggerire come sottotitolo del lungometraggio l’espressione “o dell’amore incompreso…”
La vicenda del poeta e drammaturgo, oltre che mirmecologo (studioso delle formiche), e del suo giovane discepolo ed amante è presentata in modo asciutto e luminoso e mette in evidenza lo scontro per i diritti civili che in quegli anni stava prendendo spazio.
E’un film da non perdere.